Cosa pensa uno studente (universitario e non) la notte prima dell’esame?

Di Diana Pettinato - Scritto il

 

Assunto: studiare per un esame non piace a nessuno. Anzi, diciamola tutta, fa proprio schifo. Ma l’apice dello schifo si raggiunge senza dubbio il giorno prima dell’esame, quando ti svegli con la consapevolezza di voler ripassare tutto il programma a libro chiuso, magari anche col frizzante desiderio di produrre qualche schemetto o addirittura di simulare qualche domanda d’esame per vedere se sei preparato a rispondere.

 

Ecco come andrà in realtà la giornata.

 

Sveglia alle 7, caffè, c’è un po’ di ansiella ma tutto sommato anche di felicità, perché siamo consapevoli che quello è l’ultimo giorno di schifo che dobbiamo superare (almeno per il momento).

 

7.30 sui libri, pacco di biscotti a fianco per dare energia e scandire le mezz’ore, parte il ripasso forsennato.

 

Finiamo il primo capitolo, sguardo all’orologio: 8.15. Favoloso, procedendo con questa media riusciremo a fare il giro due volte. Siamo stati così bravi che ci meritiamo una pausa.

 

9.15, si riparte. Cacchio, forse un po’ lunga come pausa. Ok, ok recupereremo.

 

Secondo capitolo, terzo capitolo, quarto capitolo… Ed è ora di pranzo.

 

Aspetta, ma i capitoli sono 25, non ce la faremo mai.

 

Allora selezioniamo solo i capitoli più difficili, ripetiamo e schematizziamo quelli e andrà tutto bene.

 

E così, tra un biscotto e una pausa (tot. 6000 calorie assunte) e schemi e post-it che sbocciano come ciliegi in primavera, eccoci al momento peggiore del giorno prima dell’esame: la notte prima dell’esame.

 

L’ultimo vero ostacolo prima del momento decisivo in cui ci giocheremo il tutto per tutto stabilendo il nostro nuovo record personale di arrampicata sugli specchi.

 

Ma cosa passa per la mente a uno studente universitario in questi momenti?

 

“Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra

E un pianoforte sulla spalla

Come pini di Roma, la vita non li spezza,

Questa notte è ancora nostra…”

 

Venditti nel cuore di ogni studente esaminato, con la sua voce un po’ nasale che ci fa sognare la brezza romana. E a questo, da qualche anno, si aggiunge l’immagine di quattro studentelli con jeans a vita alta in piena moda 1989 inginocchiati sotto a un balcone, sbrogliando le proprie intricate questioni personali in attesa dell’inizio della maturità.

 

Se vi capita di cantarvela in mente prima di addormentarvi nelle notti come queste state tranquilli: è tutto perfettamente normale.

 

“Non ho ripassato quel paragrafetto, ma tanto figurati se non me lo chiede…”

 

Sbam. La gufata indimenticata e indimenticabile di cui vi ricordare la mattina successiva, esattamente nel momento compreso tra la richiesta del suddetto paragrafetto e il rumore della goccia di sudore che cade, pesante, dalla vostra tempia.

 

Costringetevi a non pensarci e pensate piuttosto a quello che vorreste che vi chiedessero.

 

 

“Domani a quest’ora sarà tutto finito…”

 

Questo è sempre stato il mio mantra, la ninna nanna che riusciva a farmi prendere sonno, con la consapevolezza che in poche ore sarei stata libera: libera di ubriacarmi, di uscire, di ballare, di festeggiare.

 

O di, come solitamente accade, spalmarmi sul divano a guardare trashate in attesa che le mie rotelle ricominciassero a girare.

 

Anche quando sembra impossibile che quelle brutte, ultime ore passino, crogiolatevi nella dolce consapevolezza che il tempo non si ferma: così come le ore sono passate troppo in fretta mentre vi affannavate a studiare rimpiangendo i giorni di cazzeggio, così passeranno anche quelle poche ore che vi separano dalla libertà.

 

“Non vedo l’ora di laurearmi…”

 

In realtà io questo l’ho pensato non solo ogni notte prima di addormentarmi, ma anche ogni mattina in cui la sveglia suonava alle 6, ogni volta in cui dicevo di no ad un’uscita e ogni volta che constatavo che per preparare un esame servivano 3 libri, 50 sbobine, 2 dispense e 48 schemi.

 

E grazie al cielo (o meglio, grazie a noi e alla nostra tenacia) l’ora della laurea arriva, ma un pensiero che non dovrà tormentarmi la notte prima della laurea sarà “che regalo mi piacerebbe ricevere?”, perché a questo ci pensiamo noi di Splitted, dandovi la possibilità di creare una lista regalo online per l’occasione.

 

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Diana Pettinato
#Bio

Catanese di nascita e di spirito, abita attualmente a Milano. Medico per vocazione, nel tempo libero si diverte a preparare dolci e a scattare foto, pubblicandole dopo su Instagram. Ha un'insana passione per le torte di mele, i cappelli, le tazze, il Natale e i viaggi. Ama leggere, andare alle mostre e guardare i film (anche se alla fine guarda sempre gli stessi). Punti fermi: la sua famiglia, i suoi amici e la voglia di sorridere sempre. Sogni nel cassetto: studiare a Parigi e aver un cane di nome Paul Anka.