La cucina giapponese

Di Marika Laurelli - Scritto il

Sushi.
Era questo il mio pensiero ricorrente nei mesi che hanno preceduto il viaggio in Giappone. Vengo da una città che ha messo un banchetto di sushi nel supermercato solo il mese scorso, ragion per cui mi riempivo di cibo giapponese ogni volta che facevo qualche viaggio o mi spostavo verso mete più attrezzate da questo punto di vista. Insomma, ogni qualvolta ne avevo l’occasione.

Il cibo giapponese, però, non è solo sushi. Niente affatto!
Se anche tu sei ami assaporare gusti diversi, sappi che in Giappone la tua colletta digitale sarà usata per acquistare tutte le qualità di street food o cibo di classe che incontrerai lungo il tuo cammino.
Il Giappone è un paradiso per gli amanti dei sapori nuovi, dal momento che unisce il fascino della cucina di strada a quello classico dei ristoranti più eleganti. Il Giappone ti offre la possibilità di scegliere, ecco tutto. E proprio quando pensi che tornerai magro come un grissino perchè ti nutrirai solo di riso e pesce.. TADAN! Ti svelo un segreto: secondo me i giapponesi stanno portando avanti una campagna a favore della cellulite, altrimenti non si spiegherebbero tutti i dolci dalle forme più disparate che ti guardano ammiccanti dalle mensole dei negozi.
Quali sono i piatti della cucina giapponese che ho amato di più?

 

IL SUSHI

 

Ecco, dimenticate quello assaggiato fino a questo momento. Toglietevelo proprio dalla testa. Caput. Morto. Andato!
Non ho mai mangiato un sushi così buono come quello del Giappone (Forza, dillo: che scoperta!) e    ho apprezzato molto la semplicità. In molti ristoranti qui in Italia, il sushi viene presentato sottoforma di composizioni strabilianti, abbinamenti fantasiosi e via dicendo. Nel luogo dove è nato è tutto diverso: l’unica cosa che conta è il sapore. Tutto il resto è secondario.

 

L' OKONOMIYAKI

 

L’Okonomiyaki è praticamente la versione nipponica della nostra frittata. I locali che lo propongono hanno tavoli provvisti di una piastra sulla quale le persone sedute al tavolo possono preparare da sole il loro pasto. 

Mi è piaciuta molto soprattutto per la varietà degli abbinamenti.

 

I TAKOYAKI

 

Sono banalmente l’equivalente delle nostre polpette. Che detta così fa tanto pranzo domenicale dalla nonna, ma in realtà si somigliano solo nella forma. I takoyaki (nella foto di copertina) mi sono piaciuti tantissimo, soprattutto quelli ripieni di polipo. Solitamente sopra ci si mette ketchup o mayonese. Vuoi sapere chicca? I ragazzi usano giocare alla roulette con i takoyaki (Non farci caso). In pratica si ritrovano in alcuni locali e ognuno prende una polpetta, sperando di non beccare quella piena zeppa di wasabi!

 

IL RAMEN

 

Sono stata in Giappone a maggio e sebbene mi aspettassi un clima mite, sono stata invasa da venti gelidi e temperature quasi polari. In questo caso, il ramen è venuto in mio soccorso. Cosa c’è di meglio che gustare una zuppa calda e buonissima, in una bettola dalle condizioni igieniche discutibili, mentre c’è un tizio che prepara le pietanze prendendole da un pentolone enorme e unto?

 

LA TEMPURA

 

Io amo i cibi fritti, lo ammetto.
Ma la tempura non è un fritto normale, è molto più leggera e, se cucinata nel modo giusto, non appesantisce assolutamente.
Esistono dei ristorantini specializzati dall’aspetto elegante che rivestono di tempura qualsiasi cosa, dalle verdure al pesce. Tutto, ovviamente, è da leccarsi i baffi.

 

 

LE CREPES

 

Ma come Marika, ci parli di cucina giapponese e tiri fuori le crepes?
Ok, qui dobbiamo fare un passo indietro. Hai presente le nostre crepes tristissime, farcite con un cucchiaino piccolo di nutella e -se proprio vogliamo esagerare- un cucchiaino ancora più piccolo di cioccolato bianco?
Ecco, non c’entrano nulla. Le crepes giapponesi sono la bomba calorica più impressionante che io abbia mai visto, paragonabile solo alla red velvet del Boss delle Torte. Dentro un sottile strato di impasto questi giapponesi sarebbero in grado di mettere qualunque cosa. La mia era abbastanza semplice: panna, cioccolato bianco, burro di arachidi, caramello, biscotto, nutella e cheesecake. Si, c-h-e-e-s-e-c-a-k-e.

 

Di cose da dire sulla cucina giapponese ce ne sarebbero tantissime, ma il consiglio che ti do è quello di lasciarti guidare dall’istinto. Molte cose ti piaceranno, forse molte altre no, ma il cibo è uno dei mezzi più potenti per entrare in contatto con la cultura locale. Che in alcuni casi è un pò fuori di testa, ma saprà farti tornare a casa con il sorriso.
E perchè non dividere i pasti per assaggiare ancora più cose? Iscrivi te e i tuoi amici su Splitted, versate le quote.. E spendetele in cibo! Sarà bellissimo evitare la classica situazione della lotta del “Pago io, no pago io. Ho detto che pago io. Ok, paga tu. Ma alla prossima tocca a me!”.

 

Marika Laurelli
#Bio

Molisana Doc, vive perennemente tra bagagli da riempire e svuotare e riempire di nuovo. Nel 2013 si laurea in Psicologia presso l’Università di Chieti e Pescara. Il mondo però è la sua casa e il viaggio il suo grande amore, tanto da spingerla ad aprire Gate 309, un travel blog tramite il quale racconta le sue esperienze e cerca di far capire quanto sia fondamentale viaggiare per restare vivi. 
Tende a cercare costantemente il lato positivo delle cose e crede fermamente nell’importanza dei sogni. Ama la fotografia e i libri, potrebbe trascorrere giornate intere tra le pagine di un romanzo.
 O di una guida turistica, ovviamente.
Il viaggio più bello? E’ sempre il prossimo.