La mia esperienza con Make A Wish Italia per realizzare il desiderio di Chiara

Di Diana Pettinato - Scritto il

 

Sapete cos’è una cosa preziosa?

Il tempo.

Ho cominciato a rifletterci quando mi sono accorta di non riuscire a dedicarne abbastanza alle persone a cui voglio bene e alle cose che mi piace fare, così ho trovato il modo di incastrare tutti i miei impegni facendo comunque in modo di ricavarmi del tempo per me stessa.

Una delle cose che sono felice di aver fatto con il “mio” tempo è stato diventare volontaria per Make-A-Wish Italia, un’Organizzazione non profit riconosciuta giuridicamente dalla Stato Italiano che nasce in America nel 1980.

Come suggerisce il nome, Make-A-Wish si occupa di realizzare desideri espressi da bambini tra i 3 e i 17 anni affetti da gravi malattie. Un dettaglio che mi preme sottolineare è che lo scopo non è realizzare l’ultimo desiderio di un bambino malato, ma aiutarlo a trovare la forza di combattere la malattia. È stato infatti dimostrato che provare emozioni così intense come quelle scatenate dalla realizzazione di un desiderio del cuore possa determinare uno sconvolgimento tale da rendere più forte e combattivo il bambino, aiutandolo nel processo di guarigione.

Dal 2004, anno di fondazione di Make-A-Wish Italia ad opera di Fabio e Sune Frontani in ricordo di loro figlia Carlotta, sono stati realizzati più di 1000 desideri.

I desideri che possono essere espressi sono di vario tipo: “vorrei avere…”, “vorrei incontrare…”, “vorrei andare…”, “vorrei essere…” e infine “vorrei donare…”. Un esempio di quest’ultimo tipo di desiderio è quello espresso da Fatih, che ha chiesto di realizzare una sala cinema all’interno dell’ospedale in cui era in cura, in modo tale che anche gli altri bambini ricoverati potessero divertirsi.

Questo week end, in occasione dell’Italian Wedding Style, ho partecipato per la prima volta ad un’iniziativa di Make-A-Wish, e per me è stato doppiamente motivo d'orgoglio dato che lo stand accanto era quello di Splitted, che proponeva la lista nozze online e, data la collaborazione con Make-A-Wish Italia, ci ha anche aiutati a promuovere la raccolta fondi.

Questa raccolta in particolare è statta fatta per realizzare il desiderio di Chiara, una bambina catanese di 6 anni affetta da Leucemia Mieloide Acuta, che ha chiesto di poter volare a Disneyland Paris per incontrare le sue principesse preferite, Anna ed Elsa, e poter giocare con loro.

È stata un’esperienza divertente e formativa e le ore passate lì sono trascorse in un lampo, sia grazie alla piacevole compagnia degli altri volontari, sia grazie alla bellezza del messaggio di Make-A-Wish, che non ci si stanca mai di raccontare e di mostrare nel pratico attraverso i video dei desideri realizzati.

In questi due giorni siamo riusciti a raccogliere il 60% dei fondi necessari a far partire Chiara, e siamo molto soddisfatti e grati per questo risultato. Grazie a Splitted, è possibile contribuire a realizzare il desiderio di Chiara anche da casa, facendo una donazione direttamente online. Visti gli ottimi risultati, mi auguro che questa bella collaborazione tra Make-A-Wish e Splitted possa continuare anche in futuro, portando alla realizzazione di un numero sempre crescente di desideri.

Chiara è già pronta, con il vestito uguale a quello di Elsa (completato da una sciarpa in tinta fatta a mano donata da My Scarf in a Box) e la promessa di una chioma folta e bionda come quella della principessa. Puoi contribuire anche tu ad aiutarla a realizzare il suo desiderio, anche con un gesto piccolo, ma grande allo stesso tempo.

 

Diana Pettinato
#Bio

Catanese di nascita e di spirito, abita attualmente a Milano. Medico per vocazione, nel tempo libero si diverte a preparare dolci e a scattare foto, pubblicandole dopo su Instagram. Ha un'insana passione per le torte di mele, i cappelli, le tazze, il Natale e i viaggi. Ama leggere, andare alle mostre e guardare i film (anche se alla fine guarda sempre gli stessi). Punti fermi: la sua famiglia, i suoi amici e la voglia di sorridere sempre. Sogni nel cassetto: studiare a Parigi e aver un cane di nome Paul Anka.