Le 5 domande più odiate dagli studenti fuorisede

Di Diana Pettinato - Scritto il

 

È finito il periodo degli esami, è Pasqua, è Natale, è estate: qualunque sia il periodo in cui noi, studenti fuorisede, torniamo a casa, ci sarà sempre un misto di gioia e dolore.
Gioia perché rivediamo i nostri cari, parenti e amici, perché possiamo rimpinzarci di buon cibo (non si sa bene perché, ma le cibarie della terra natia sono sempre più buone di quelle reperite nei luoghi in cui siamo migrati), perché c’è qualcuno (la mammina dolce) che ci permette di risparmiarci la fatica di fare la lavatrice e passare l’aspirapolvere e perché, in fondo in fondo, casa significa un po’ relax e staccare dalla routine quotidiana.
Dolore perché questi bei giorni passano sempre troppo in fretta e perché sono sistematicamente funestati da domande odiose e sempre uguali a se stesse.
Ecco la mia personale top 5 delle domande più odiate che mi sono sentita rivolgere in questi anni.

 

1- “Allora… Quando ti laurei?”

Medaglia d’oro dell’odio, seguita solo da “quanti esami ti mancano per finire?”.
Io non penso che la gente lo chieda con cattiveria, magari lo domandano per fare conversazione o perché, bontà loro, sono davvero interessati alla risposta.
Quello che non capiscono, però, è che innescano una sorta di bomba, per cui le possibili risposte a questa domanda sono 3:
- “dunque, mi mancano ancora 14 esami, ma penso di laurearmi comunque tra 6 mesi, perché uno è un parziale, in quattro si copia, due e un quarto chiedo al prof di farmeli quando sono pronto e 3,14 li faccio nella sessione di recupero, dopo di che la tesi la compro su Amazon e BOM, laurea”, ossia un fiume in piena di parole incomprensibili, poco veritiero, ma soprattutto di cui non frega assolutamente niente a nessuno;
- “ehm….. mhh…… eh, ancora manca un pochettino”, risposta a modo nostro tattica per nascondere la sconcertante verità, ossia che nemmeno noi sappiamo quando avverrà questo lieto evento;
- “MUORI”, che sarebbe l’unica risposta sincera, ma è l’unica che purtroppo non possiamo scegliere.

 

2- “E tu che ci fai qua?”

Classica domanda che ci viene posta quando ci troviamo nella nostra città d'origine in un momento diverso da quello delle vacanze ufficiali.
Come dire, scusate tanto se sono nella mia città, in casa mia, dove ho ancora la residenza, dove abitano i miei genitori, dove c’è ancora il mio letto, il mio peluche preferito di nome Coccolino e i miei ricordi di una vita.

 

3- “Quando sei arrivata? Quando riparti?”

Per quante volte mi sono sentita rivolgere queste domande, ho pensato che sarebbe più comodo girare con attaccato in fronte un post-it in cui indico data di arrivo e data di partenza.
Che poi, già che mentre sei a casa vorresti che i giorni passassero lenti (anzi che non finissero proprio mai), queste domande BUTTANO ANSIA, e danno la sensazione di doversi aggirare sempre con la valigia a portata di mano.

 

4- “Ma quindi adesso parli come al nord?”

Questa è una cosa che mi riguarda da vicino, perché io sono siciliana e studio a Milano, quindi mi viene tipicamente chiesto “ma ora parli milanese?” oppure vengo appellata come “la milanese”.
In questo contesto ci terrei a sottolineare che un siciliano puoi trapiantarlo per anni nella metropoli più all’avanguardia così come nel paesino in pizzo alla montagna più innevata, ma sempre siciliano resterà.
Detto questo, trovo anche un po’ offensivo, oltre che antipatico, non tanto la domanda, quanto il tono accusatorio con cui viene posta.

 

5- “Ma a Milano le vendono le melanzane?”

È solo un esempio, ma fino a stamattina mio padre mi ha chiesto se a Milano vendono la salsiccia. A questo punto credo che quello che muove questo tipo di domanda non sia tanto la curiosità o l’ignoranza, quando una sorta di voglia di sfida mossa da un senso di superiorità campanilistico.
In ogni caso chi pone la domanda non si placherà nemmeno quando voi risponderete ovviamente di sì, perché pronto scatterà il commento “sì, ma tanto mica sono buone come quelle nostre”.
È una battaglia persa in partenza, rassegnatevi.

E adesso ce l’abbiamo noi una domanda per voi: perché non prendete alla sprovvista questi chiacchieroni dandogli qualcosa per cui valga davvero la pena fare domande?
Ad esempio la lista regalo che state organizzando per la vostra laurea attraverso la raccolta quote online organizzata da Splitted. Sono sicura che ancora troppa poca gente sa di cosa si tratta, ma che in molti sarebbero felici di aver fatto domande e di averne saputo di più.
Voi cominciate a informarvi qui, in modo da essere (per una volta!) pronti a rispondere alle domande che vi faranno.

 

 

Diana Pettinato
#Bio

Catanese di nascita e di spirito, abita attualmente a Milano. Medico per vocazione, nel tempo libero si diverte a preparare dolci e a scattare foto, pubblicandole dopo su Instagram. Ha un'insana passione per le torte di mele, i cappelli, le tazze, il Natale e i viaggi. Ama leggere, andare alle mostre e guardare i film (anche se alla fine guarda sempre gli stessi). Punti fermi: la sua famiglia, i suoi amici e la voglia di sorridere sempre. Sogni nel cassetto: studiare a Parigi e aver un cane di nome Paul Anka.