Un viaggio romantico fra le città europee:

Di Luigi Mattiello - Scritto il

 

 

Chi non ha mai sognato di poter tornare indietro nel tempo o addirittura di poterlo fermare con uno schiocco di dita? Ecco…mi rivolgo a tutti quei sognatori, che per un motivo o per un altro, hanno avuto la voglia almeno una volta nella vita, di poter guardare con gli occhi e immaginare con la mente, di poter essere in un’epoca lontana, passata, remota.

 

 

Sei arrivato alla seconda rampa di scale, alzi gli occhi e hai ancora molta strada da fare. Il cielo è terso, gli scalini sotto i piedi sono di marmo, ormai ingiallito. Hai il fiatone, ma la voglia di arrivare è tanta che continui ad andare avanti, passo dopo passo. Sei in cima, ti volti e gli occhi si perdono nella vista di una fitta rete di strade, palazzi, monumenti che allungando la mano, ti sembrerà di carezzare. Sei a Montmartre e alle tue spalle c’è la basilica del Sacro Cuore. Poche centinaia di metri, volti l’angolo, ancora uno, le strade si stringono, l’asfalto si trasforma in pietra, la pittura sui muri, in mattoni di un marrone acceso. Non hai ancora schioccato le dita, potresti farlo, ma ormai sei già in un’epoca diversa. Nella piazza centrale, il tempo è immobile, forse guardando l’orologio che porti al polso, ti sembrerà di vederlo fermarsi. I rumori delle auto, lo smog, la musica di un negozio d’abbigliamento all’ultimo grido, sono solo un lontano ricordo. Sei avvolto dall’odore dei Bistrot e da quello delle Brasserie circostanti. Poco distante, un cane passeggia scodinzolante e nei colori, nei volti, in quelle immagini fugaci e semplici che si imprimono nella memoria, ti sembrerà di rivedere un quadro di Cézanne di meta ‘800.

 

 

Viaggio nella città di parigi

 

 

Hai ripreso a camminare, Parigi è ormai lontana. Sotto i piedi un rumoroso stridio ruba la tua attenzione. Sono foglie, rosse come il fuoco, gialle come il sole, marroni come il cioccolato. La strada dell’amore potrebbero soprannominarla, per i suoi colori accesi, un po’ malinconici, per il silenzioso vociare dei passanti, per la gelida brezza che soffia senza sosta e che costringe chiunque l’attraversi a stringere la persona che ha accanto. Il fiume Avon sorveglia ogni tuo passo e la città di Bath in lontananza sembra restare immobile. Non è l’Abbazia posta nel centro della città, né i Bagni di epoca Romana, né l’enorme Royal Victoria Park ad aver rapito la mia attenzione, ma questa lunga strada alberata che costeggia il fiume e che separa il frastuono dal silenzio, il vecchio dal nuovo, il grigio dal colore, il presente dal passato. Poco lontano un barcone costeggia il fiume, è risalito tramite una fitta rete di cunicoli, mi ricorda lontanamente Venezia ma sono a Bath, in Inghilterra, anche qui in tempo sembra essersi fermato, e tra le persone che costeggiano il fiume silenziosamente, forse potrai scorgere gli occhi vispi di Charles Dickens, alle prese col sul ultimo romanzo. Poggiati su una delle panchine circostanti, ormai avrai fame, la passeggiata è stata lunga e gusta una strawberry cheesecake, fantastica in questa zone dell’Inghilterra.

 

 

Viaggio a bath

 

 

Il bus si è fermato, la città è invasa da piccole e fatiscenti Skoda, auto talmente vecchie che il viso segnato dalle rughe di tua nonna, sembrerà quello di uno delle modelle di Victoria’s Secret. Praga è la città che più vi ricorderà un vero e proprio viaggio nel tempo, stile “Ritorno al futuro”, con la differenza che le vie antiche e cupe, l’odore costante di cibo e l’abbigliamento un po’ retrò degli abitanti che la vivono giornalmente, sono ormai gli stessi da anni, mentre con Michael J. Fox di “Ritorno al futuro”, il tempo non ha avuto la stessa clemenza. 

 

 

La Piazza della Città Vecchia, conosciuta più comunemente come Piazza dell’Orologio è l’emblema del tempo che scorre, anche se camminando all’ombra della torre che la sovrasta dal centro, ti sembrerà che lì, il tempo non sia mai avanzato. E gli scongiuri sono un rito obbligatorio, ogni qualvolta che la lugubre statua della morte, allo scoccare delle ore, ricorderà ai residenti e i turisti di passaggio, che un’altra ora della loro vita è ormai passata. E ricorda, Eduardo De Filippo diceva: “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.

 

 

Città di Praga

 

 

Una lingua di terra serpeggia quasi fosse viva, bagnata da entrambi i lati dal Lago di Garda. Un enorme portone ti guarda austero da lontano, ne hai quasi timore oltrepassandone l’enorme mole.

Non aver nessuna paura, al di là di quel cancello c’è la città di Sirmione e anche se temerai di incontrare omaccioni provenienti direttamente dal Medioevo, con le loro casacche di ferro, elmo in testa e spada sguainata, finirai per accorgerti che ad attenderti non ci sarà altro che la gioia dei residenti, i negozi scavati nelle mura di cinta e i colori delle mille gelaterie sparse a zonzo. La lunga passeggiata costeggia le acque blu del Lago. Qui non ci sono auto, né tram, non c’è una metro pronta a portarti alla vicina Verona; ci sono solo scarpe, gambe e occhi che si spostano baciati dal sole alla ricerca di un po’ di frescura. Ora chiudi gli occhi e lasciati cullare dal rumore dell’acqua che carezza le sponde della città e perché no, dalle parole di D’Annuzio che rimase profondamente colpito dalle bellezze di questa terra che sembra aver capito prima di tutti che, il tempo: è un’invenzione del ventesimo secolo.

 

 

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Luigi Mattiello
#Bio

Casertano di nascita, Londinese d’adozione. Così ama definirsi. Coltiva da ragazzino la passione per la letteratura; esordisce nel 2013 con il titolo “ Inciso su un granello di sabbia”, a cui poi seguirà “E poi smisi di morire”, edito nel 2016. Lui non è uno scrittore bensì, uno a cui piace scrivere. Questo è ciò che racconta! Adora il mare, la pioggia, il latte e si divide tra lavoro, studi e viaggi. Ha un gatto di nome “Micio” ed una gatta di nome “Micia”, ma non gli manca di certo la fantasia. Attualmente lavora al suo terzo romanzo e cura una pagina Facebook, che prende il nome dal suo secondo romanzo.