Lavorare senza espatriare

Lavorare senza espatriare
                                                                     Ibraahin:  è
possibile lavorare senza fuggire dalla propria Patria.                                                                                     Se vuoi
essere vincente, impara a lottare !                                                                                                                                                    Farhia:    AIUTIAMO  UN  AFRICANO 
CHE  HA  DECISO 
DI  NON  ABBANDONARE 
LA  PROPRIA  AMATA 
TERRA Ibraahin Mahamud Omar è nato a
Mogadiscio 51 anni fa.  E’ un uomo forte
e coraggioso, e accorre subito in aiuto di tutti coloro che hanno bisogno del
suo altruismo. Qualche tempo fa alcuni suoi amici della zona periferica della
città lo hanno visto seduto tra due secchi d’acqua sulla strada di campagna che
porta al Webi Shabeelle, il fiume più lungo della Somalia.  Piangeva!  Aveva
scampato per un pelo all’agguato di un coccodrillo, grazie alla sua abilità.
Aveva scorto nell’acqua verde del fiume i suoi occhi fissi prima del balzo. Era
scappato via come un fulmine e poi, più lontano, aveva riempito lo stesso i due
secchi, perché non se la sentiva di tornare a mani vuote. Piangeva nervoso:
“Perché non impariamo ad attrezzarci anche noi di fronte alle necessità?”Samiira, una brava infermiera sua
parente, mi ha raccontato per WhatsApp questa triste vicenda e mi sono sentita
privilegiata dalla fortuna di vivere in Europa ormai da 35 anni, felicemente
sposata e madre di due stupendi ragazzi. Da qui è nata l’idea di questo progetto
di aiuto. Gli amici di Ibraahin che vivono
in Europa spesso lo spronano a raggiungerli, perché ormai in Somalia c’è poco
lavoro e si sopravvive di stenti. Egli risponde che apprezza molto gli
italiani, laboriosi, di grande ingegno e umanità, la loro tecnologia
avanzatissima, la scienza medica che non teme virus e batteri, la popolazione
che conosce la storia del proprio paese e conserva le proprie tradizioni, ma fa
tesoro anche di quelle degli altri. Ma aggiunge che non se la sente di
allontanarsi dalla terra che gli ha dato la vita, non può tagliare il cordone
ombelicale che ancora lo tiene saldato al luogo dove è cresciuto con le
tradizioni dei suoi avi. Non potrebbe rinunciare all’aria della sua campagna,
al canto degli uccelli, all’odore salmastro dell’Oceano Indiano, al suono dello
scorrere dell’acqua del fiume, ma lontano dalle insidie del fiume.  L’acqua potabile potrebbe abbondare: si può
trovare trivellando il terreno delle campagne come la sua, sotto le quali vi
sono grosse falde, dove vive da quando non era ancora iniziata la guerra civile
che ha distrutto gran parte della ricchezza del paese e ha trascinato milioni
di persone nella miseria. Ibraahin è un uomo di grande
capacità lavorativa. Se disponesse di alcune migliaia di euro, tirerebbe su
l’acqua dalla falda sotto il terreno arido e con essa potrebbe irrigare la
campagna, che ne ha tanto bisogno, e vivere di questo efficiente patrimonio. Se
lo aiutiamo ad utilizzare l’attrezzatura necessaria, per lui troppo costosa, sarà un contadino risorto.
La sua riconoscenza non avrà limiti. Intanto ha già ideato di immortalare,
all’ingresso del pozzo, la lista dei suoi benefattori su una grande targa recante i
loro nomi e le città di provenienza.  Allora, se anche Tu vuoi dare il tuo aiuto, clicca su:                                                                                                      https://splitted.it/lavorare-senza-espatriaree scrivi il nome della tua Città nella causale del versamento. Grazie infinite!
Grazie di cuore a tutti !     Farhia Tifow Piccolo.