Ri(n)corriamo la scuola!

Ri(n)corriamo la scuola!
Carissime e carissimi

Ieri 29 dicembre 2022 abbiamo provveduto a depositare il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la chiusura delle scuole durante la pandemia. Si tratta di un atto dovuto, posto che lo Stato italiano, tramite il suo più alto organo di Giustizia Amministrativa, dopo aver riconosciuto le nostre ragioni in tutte le sedi, cautelari e di merito, nell’ultimo grado di giudizio ha improvvisamente mutato parere, contraddicendo tutte le precedenti statuizione. Si è trattato chiaramente di una decisione politica, volta ad impedire il riconoscimento del diritto di ogni cittadino al risarcimento del danno, a causa di un comportamento illegittimo dello Stato. Un comportamento che ha calpestato il diritto all’istruzione ed il diritto alla salute(intesa come armonioso sviluppo psico-fisico) dei bambini e dei ragazzi italiani. Un comportamento illegittimo che non ha avuto eguali in Europa. Per questo, sin dalle origini della nostra avventura, iniziata due anni fa, abbiamo pensato che fosse necessario far terminare il nostro percorso proprio a Strasburgo, per sottoporre al giudizio di giudici europei il comportamento del nostro Paese. Si tratta, come sempre abbiamo detto e scritto, di un cammino difficile, lungo e ad alto rischio di fallimento, ma come sempre il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo passa da percorsi accidentati che solo la tenacia e la perseveranza possono vincere. E’ una casualità su cui dobbiamo riflettere bene, il fatto che il deposito del nostro ricorso coincida con una recrudescenza dell’allarme covid in Italia (e non nel resto dei paesi europei). Una coincidenza che deve indurci a dire che questa battaglia era ed è doverosa, nei confronti dei bambini e dei ragazzi del nostro Paese. Perché le scuole non si chiudano mai più! Un profondo ringraziamento va ai nostri legali che hanno speso tempo, energie, ed alta professionalità e grande passione umana per portare avanti questa azione legale. Ed un profondo ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito e che contribuiranno al sostegno economico di questa iniziativa.

Firenze 30 dicembre 2022. Carissime e carissimi,


Carissime e carissimi,

dopo un incontro mercoledì scorso con alcuni di voi che sono a Firenze e che ci hanno sempre seguito e incoraggiato, abbiamo pensato di procedere con il ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) perché riteniamo non soddisfacente in punto di diritto la decisione del Consiglio di Stato del luglio u.s.

Il ricorso alla CEDU sarà presentato da due avvocati di Firenze. Andrà presentato entro il 24 dicembre. Per arrivare alla decisione i tempi non sono brevi: dai 4 agli 8 anni. Questo anche perché l’Italia è, al solito, in ritardo nel dare il suo apporto tecnico alla CEDU. Il costo del ricorso – che potrebbe avere due fasi – è di complessive 3.500.

I ricorrenti devono essere sempre pronti a rispondere alla CEDU circa il loro interesse a proseguire la causa nel corso degli anni e fino alla decisione.

La CEDU chiede tale riscontro a “sorpresa”. In ogni stato e grado del processo, quindi in tutti gli anni di attesa fino alla decisione, la CEDU può ritenere il ricorso non ammissibile.

Per questo è fondamentale scriverlo bene e i due professionisti sono competenti in materia. In caso di perdita, cioè di decisione sfavorevole, non ci sono spese da pagare. Il ricorso è cartaceo e va spedito per posta.

Ad oggi, a causa dei diritti compressi dalle scelte Covid dei vari Paesi aderenti alla CEDU, ci sono state poche pronunce e la percentuale di successo è del 50%. Proprio per questo, per fare giurisprudenza ed evitare che un domani al primo starnuto o alla prima pioggia più intensa, le scuole vengano chiuse e il diritto all’istruzione compresso o diluito con metodologie riduttive e dannose per le alunne e gli alunni, riteniamo essenziale procedere davanti alla CEDU.

Lo facciamo per i nostri figli – e dati i tempi lunghi, a questo punto, anche per i nostri nipoti! - e perché l’Italia e l’Europa siano sempre più dei Paesi democratici e trasparenti.

La speranza è che uscendo fuori dai confini italiani la magistratura europea abbia uno sguardo più ampio e tenga in considerazione ciò che è accaduto in altri paesi (ad esempio Svezia, Spagna, Francia ecc.) dove il diritto allo studio è sempre stato preservato e le restrizioni limitate.



Grazie sin da ora per il contributo che potrete dare, con preghiera di massima diffusione vi salutiamo e rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.


Il comitato Ri(n)corriamo la scuola
Obiettivi
Ricorriamo alla CEDU