Feste di laurea e di compleanno: i 10 regali che nessuno vorrebbe ricevere

Di Diana Pettinato - Scritto il

A chi non piace ricevere un regalo?

Eccoci là, trepidanti di fronte ad un pacchetto colorato, affascinati da un nastrino da cui pende un biglietto con su scritto il nostro nome. Lentamente lo prendiamo in mano, scolliamo lo scotch, solleviamo la carta e… Panico. Ci si presenta davanti uno di quei regali brutti, inappropriati, inutili che non ci saremmo mai aspettati e che non avremmo mai voluto trovarci davanti.

Non per essere materialisti, un regalo è sempre un pensiero gentile che qualcuno ci ha rivolto, ma diciamo la verità: certi regali sono proprio fatti per dovere, senza amore e di fretta.
Tra questi, ho cercato di individuare una top ten basandomi sui miei gusti, sulle opinioni di parenti e amici di tutte le età e su ciò a cui ho assistito durante feste di compleanno e feste di laurea, anche se è ovvio che i regali sono una cosa molto personale e soggettiva, sia per chi li fa che per chi li riceve.

10° posto - Libri, Cd e Dvd

Di per sé non sono dei brutti regali, anzi, ma riuscire a scegliere qualcosa che rispecchi i gusti di chi li riceve non è sempre facile (a meno che non si conosca molto bene la persona a cui si sta facendo il regalo).

È una legge: se sul comodino avete “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, riceverete Fabio Volo, se ascoltate Beyonce, vi regaleranno un cd dei Pink Floyd. Si può comunque cercare di vedere il lato positivo, approfittando dell’occasione per provare qualcosa di nuovo.

9° posto - Profumi e prodotti da bagno

Stesso problema: è difficile capire cosa piaccia realmente a chi riceve il regalo.
Oltre a questo, hanno altri due grandi difetti: rappresentano la banalità e la totale assenza di idee e soprattutto a me danno tanto l’impressione di un suggerimento del tipo “ehi tu, dovresti lavarti”.

Il tutto tralasciando i sali da bagno regalati a chi non ha la vasca e i bagnoschiuma con inquietanti profumi, tipo zucchero filato o liquirizia (chi mai vorrebbe lavarsi con una delle due cose?).

8° posto - Cornice d’argento

Che sia per l’ipotetica foto del compleanno o della laurea non importa: da generazioni si accumulano cornici su cornici (la maggior parte delle quali resta poi vuota, mostrando solo il proprio luccichio e uno sfondo bianco), ne abbiamo le case piene, e a me sembra un regalo un po’ “vecchio”, il classico regalo fatto per “fare bella figura”.

7° posto - Accessori da scrivania e capi di abbigliamento “simpatici”

Già, perché oltre al regalo brutto c’è anche il regalo imbarazzante.

Non si contestano le buone intenzioni di chi fa il regalo, ma non tutti sono felici di esporre gattini temperamatite o pietre fermacarte dipinte a mano sopra la scrivania del proprio posto di lavoro. Né di indossare magliette con doppi sensi più o meno spinti e loghi di marche famose riarrangiati (della serie “Vèrsace” con accanto un bicchiere di birra).

6° posto - Pantofole e pigiami

Ok, a prima vista possono pure sembrare un regalo carino. Ma le pantofole pelose, quelle con gli animaletti o (ancora peggio) quelle da ospizio sono un regalo triste. Punto.

Sorvolando sul fatto che nella maggior parte dei casi tanto le pantofole quanto i pigiamoni vengono scelti in modelli contro ogni tentazione stile Bridget Jones, non pensate che a quest’età siamo già tutti ampiamente muniti dei suddetti accessori?

5° posto - Intimo aggressive


L’intimo va bene come regalo, ma è l’aggettivo “aggressivo” che gli fa guadagnare un dignitosissimo quinto posto.

Già, perché quello inteso come osé dai mittenti del regalo nella maggior parte dei casi viene percepito come imbarazzante dal destinatario. Bandite assolutamente mutande commestibili o con messaggi equivoci, da regalare, a limite, come scherzone ad un addio al celibato o ad un addio al nubilato.

ROAR.

4° posto - Statuette e soprammobili

La domanda è una sola: ma cosa mai ce ne dovremmo fare?
E l’unica risposta possibile che si palesa nella mia mente è: tiro al piattello nei momenti di stress.

Fermiamo questo scempio.

3° posto - Alimenti o bottiglie di alcolici


Se state facendo un regalo, probabilmente è perché siete stati invitati a una festa, dove (altrettanto probabilmente) ci sarà sia da mangiare che da bere, per voi e anche per il festeggiato.
Quindi o la bottiglia che regalate contiene un single malt scotch whisky invecchiato 15 anni, o fareste meglio a lasciare in macchina la bottiglia di limoncello con fiocchetto annesso che brandite in modo così fiero.

2° posto - Imitazioni di gioielli “di marca”

Perché? Me lo chiedo sinceramente… Perché?
Perché qualcuno dovrebbe preferire l’imitazione di un braccialetto col cuoricino firmato piuttosto che un altro braccialetto, diverso, ma autentico e originale?
Perché regalare qualcosa che grida “vorrei ma non posso” invece che qualcosa di bello in sé e per sé e non perché ha una scritta incisa? Anche perché una patacca si vede che è una patacca, c’è poco da fare.

Mistero. 

1° posto - Regali riciclati

Vincono la medaglia d’oro in modo indiscusso.
E mi riferisco soprattutto a quei regali smaccatamente riciclati, fuori produzione, con scatole rovinate e vecchie o semplicemente del tutto non adatti a chi li riceve… Per non parlare poi di chi sbadatamente ricicla al festeggiato un regalo fattogli dallo stesso (ho i brividi al solo pensiero).
Datemi retta: un regalo riciclato porta una lettera scarlatta fosforescente, si riconosce sempre e sempre vi farà fare una figura meschina.

Se volete evitare di fare brutta figura o avete finito le idee regalo per i vostri amici, siete nel posto giusto: rivolgetevi a Splitted e il successo sarà garantito!

 

Diana Pettinato
#Bio

Catanese di nascita e di spirito, abita attualmente a Milano. Medico per vocazione, nel tempo libero si diverte a preparare dolci e a scattare foto, pubblicandole dopo su Instagram. Ha un'insana passione per le torte di mele, i cappelli, le tazze, il Natale e i viaggi. Ama leggere, andare alle mostre e guardare i film (anche se alla fine guarda sempre gli stessi). Punti fermi: la sua famiglia, i suoi amici e la voglia di sorridere sempre. Sogni nel cassetto: studiare a Parigi e aver un cane di nome Paul Anka.